La storia. La bellezza. Un panorama mozzafiato. Castel Sant’Elmo è un vero e proprio gioiello che si trova nel quartiere Vomero a Napoli. Su una terrazza chiamata San Martino, da cui si vede un panorama che ha pochi eguali nel mondo.
Luogo, all’esterno, anche di feste di compleanno, per renderle davvero uniche. E, per non farci mancare proprio nulla, è anche un museo.
Ma vediamo tutto nel dettaglio con l’aiuto degli amici di Napoli Fans, sito dedicato alla città partenopea.
La storia e i cambiamenti di Castel Sant’Elmo
Sede, tra gli altri, del Comicon dal 1998 al 2011, la sua storia va fatta risalire al 1300 circa. I lavori per la costruzione di un palazzo ad hoc, proprio lì, sulla collina di Sant’Erasmo, sono stati ordinati nel 1329 da Roberto D’Angiò. Ci vollero ben 14 anni per vederlo ultimato e a luccicarsi gli occhi è stata per prima Giovanna I d’Angiò.
Come capitava molto spesso in quei tempi, il castello ha subito vari assalti che hanno portato a vari cambiamenti. Circa un secolo dopo, però, esattamente nel 1416 Giovanna II lo vendette ad Alfonso d’Aragona. La prima vera ristrutturazione avvenne nel 1537 sotto il regno di Don Pedro de Toledo. Anche qui, ci volle del tempo per vedere il lavoro completo, dato che venne ultimato 9 anni più tardi, nel 1546.
Sfortuna volle che nel 1587 un fulmine danneggiò pesantemente parte della struttura. Ma subito si misero in moto tutte le istituzioni dell’epoca e Domenico Fontana, architetto famosissimo che ha fatto la storia di Napoli, ha fatto sì che i lavori di ripristino fossero ultimati nel 1610.
Tra i vari usi che ne sono stati fatti, c’è quello del carcere. Qui fu rinchiuso Tommaso Campanella, a inizio ‘600, e il viceré duca d’Arcos si rifugiò a metà ‘600 durante la rivoluzione napoletana. A inizio ‘700, invece, Castel Sant’Elmo dovette proteggersi prima dall’assalto degli austriaci e poi quelli dei Borboni. Ma nel 1799 fu il popolo a prenderne possesso, a tal punto che fu anche issata la bandiera della Repubblica Napoletana. Quando il ‘sogno’ finì, diversi furono gli incarcerati, tra cui Luisa Sanfelice e Domenico Cirillo.
Divenne poi, al 1952 carcere militare per poi essere restaurato nella forma che si vede oggi e aperto al pubblico nel 1988. Oggi è di proprietà del demanio ed è anche un museo, come vedremo nel prossimo paragrafo.
Il museo napoletano 1910 – 1980
Il museo che ospita Castel Sant’Elmo è un museo particolare e originale. Si sa, Napoli è una città che tiene molto alla propria storia e questo museo contiene solo opere di artisti nati e cresciuti in questa città. O, quantomeno, se non sono napoletani ‘puro sangue’ hanno avuto un legame molto forte con la città.
Il ‘range temporale’ delle opere oscilla tra il 1910 e il 1980. È un museo dove si può vivere la vera essenza napoletana, dove già il contesto fa vivere la storia di una città che, pur non essendo capitale, è famosa in tutto il mondo.
In realtà, il museo non è nemmeno troppo grande, anche in virtù delle (relativamente) poche opere mostrate: infatti, siamo tra le 150 e le 200 unità. Opere, tra gli altri, di Tommaso Marinetti e Umberto Mastroianni.
Gli interni e gli esterni
Il fatto che sia stato adibito per diversi anni a carcere (militare e civile) nonché che abbia ospitato rifugiati politici, fa sì che l’architettura esterna, nel complesso, sia di tipo militare.
Al netto delle ristrutturazioni avvenute nel corso degli anni, da sottolineare è anche una struttura abbastanza originale, che comprende un immenso fossato con una grande cisterna e un impianto a forma di stella.
L’interno, invece, prevede un piccolo ponte e subito dopo l’ingresso c’è una piccola Grotta, che, secondo la vulgata popolare, avrebbe ospitato persone che si erano completamente dedicate alla regione.
Tra le raffigurazioni, non mancano quelle un po’ megalomane come lo stemma di Carlo V. In una delle curve dopo l’ingresso, è possibile affacciarsi a una finestra per vedere il panorama città.
Se ci si presta attenzione, inoltre, alcuni luoghi sono simili alle carceri, retaggio di quelle che, appunto, erano un tempo. Ci sono diversi punti panoramici visitabili dall’interno e, nei pressi della piazza d’armi, è possibile anche vedere Capodichino.
Molto bella è la Torre del Castellano, presente proprio in piazza d’Armi. Da notare, infine, tra i tantissimi reperti storici, anche la piccola chiesa rifatta da Domenico Fontana e le cisterne presenti sotto lo spiazzale.